Il CPA FIRENZE SUD ha ospitato Hackit98, un incontro di hackers sulla libertà in rete e i diritti di cittadinanza telematica. Questa è stata un'ottima occasione per sperimentare mezzi di comunicazione apparentemente inaccessibili ai più e per diffondere tra le altre iniziative "BoiCoop".
Questa è la "BioCoop TVstudio", una stazione di tramissione di una TV pirata installata nel cubo, in occasione di Hackit98 5-6-7-giugno98.

Una importante questione che e' emersa nella realtà fiorentina e in particolare del Centro Popolare autogestito CPA e' che questa area è sottoposta a sgombero, in quanto si è deciso di costruire una COOP e promuovere l'ennesimo polo di grande distribuzione prima che venga approvata la lette attualemente in discussione in Parlamento che ne prevede il blocco per tre anni..
Per questo motivo si e' sollevata una polemica che mette in discussione la reale utilità di luoghi come il CPA. Luoghi autogestiti nei quali vengono svolte attività culturali e sociali e che costituiscono dei luoghi di incontro e di socializzazione devono essere mantenuti anche solo come riconoscimento simbolico del valore, da tutti riconosciuto, dell'attività sociale svolta dagli occupanti dell'ex area Longinotti, più che non come prosecuzione delle pratiche di autogesione attualmente svolte.

Questo e' il quartier generale,
da qui il sito di Hackit
è stato aggiornato regolarmente durante la 3 giorni di incontri, seminari e conferenze.
E' possibile visitare qui il sito.

Forse la Coop è più potente di quanto si pensi e i sospetti sono legittimi visto l'arroganza con cui rivendoca il diritto di "arrivare fino in fondo", come dichiara sui giornali. Eppure tutti gli specialisti in materia urbanistica dicono i che progetti, per garantire interventi di qualità ben integrati con la struttura urbanistica esistente e capaci di sodisfare esigenze diversificate, non devono essere monofunzionali.
La trasformazione di questo spazio urbani in un grande centro commerciale fa parte di un processo generalizzato che sta cambiando radicalmente il volto delle nostre città, dove alla scomparsa progressiva degli spazi pubblici di uso sociale corrisponde la nascita di aree sempre più specializzate e legate al consumo.