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La telegrafia elettrica di Urbano Cavina I4YTE

Si intitola “La telegrafia elettrica” il secondo volume pubblicato per la collana “Quaderni di Telegrafia” edita dalla Sandit libri e magistralmente curata da I4YTE Urbano Cavina. Il primo volume, dedicato alla telegrafia ottica, ci aveva avvicinato ai primi tentativi di costruire reti di telecomunicazioni senza l’ausilio dell’elettricità questo libro invece ci permette di scoprire quale è stato il percorso di nascita e crescita della “vera” telegrafia che utilizza fili e tasti per trasmette messaggi di ogni tipo. I primi capitoli del libro descrivono naturalmente i primi esperimenti legati alla scoperta dell’elettricità che hanno permesso la realizzazione dei primi prototipi di telegrafia elettrostatica che servivano più ad affascinare le corti europee che non a trasmettere dei contenuti a distanza. Con la scoperta della pila di Volta si entra finalmente nel mondo della telegrafia elettrica che viene analizzato in ogni suo tentativo permettendoci di scoprire i molti personaggi che hanno contribuito in vari modo ad una delle invenzioni che hanno caratterizzato il secolo appena trascorso. Prima di arrivare a leggere delle macchina scriventi (quelle che noi chiamiamo Morse) possiamo scoprire per esempio il mondo della telegrafia ad ago modello Wheatstone che ha avuto ampia diffusione nel nostro paese nella seconda metà dell’ottocento. In queste macchina un ago magnetico indicava la lettera che veniva trasmessa sulla linea telegrafica. Vale la pena segnalare che al museo delle Poste dell’Eur a Roma e al Museo della Radio di Torino (curato dalla Rai) è possibile ammirare proprio due esemplari di un apparato Wheatstone utilizzato nel stato di Sardegna intorno al 1850. Terminata l’esposizione delle tecnologie elettro-magnetiche il libro dedica un ampio capitolo al codice inventato da Samuel Finley Breese Morse che ancora oggi viene utilizzato da radioamatori e professionisti di tutto il mondo. E’ interessante segnalare come viene raccontata la nascita del codice attraverso le diverse “versioni” di un alfabeto a punti e linee che per molto tempo venivano utilizzate nei vari stati del mondo e di come solo nel 1865 nasce quello che viene chiamato “International morse code”. Un giusto tributo viene reso all’americano Alfred Vail che storici e ricercatori di tutto il mondo hanno designato come vero inventore del codice che oggi tutti conosciamo come Morse. Non mancano naturalmente informazioni storiche sui telegrafisti coloro che il morse “via filo” lo praticavano e che si ritrovarono rapidamente ad essere i punti nevralgici di un sistema di comunicazione da cui dipendevano, a partire dalla metà dell’ottocento, tutti gli scambi economici e le comunicazioni in Europa e negli Stati Uniti. Un’ampia sezione del libro è dedicato all’approfondimento italiano dove è possibile conoscere le linee telegrafiche e la modalità di gestione del traffico nei vari stati della nostra penisola. Dal Granducato di Toscana al Regno della Due Sicilie si possono scoprire le tecnologie utilizzate e la ramificazione delle reti presenti sul territorio fino a scoprire quali erano i prezzi per spedire un telegramma da un ufficio postale dell’epoca. Il merito di questo libro è quello di raccontare chiaramente una storia molto lunga, fatta di molti personaggi e tante invenzioni, che hanno portato alla telegrafia come oggi la conosciamo da radioamatori. Leggendolo si scoprire quale sia stato l’impatto economico e culturale di questa invenzione e di quanto sia stato lungo il periodo di armonizzazione dei codici e delle procedure per arrivare al “morse code” internazionale. Un libro che ci racconta la vera storia che sta “dietro” al tasto che troviamo nello shack e ci accompagna nei nostri qso in cw e definisce con precisione l’enorme bagaglio storico e culturale della parola “telegrafia”.
Urbano Cavina

La telegrafia Elettrica
Edizioni Libri Sandit
Euro 16,50
http://www.editecno.it